L'intervento alle vene varicose è un'operazione medica atta a risolvere il problema delle vene varicose, dette anche varici. Vediamo nel dettaglio cosa sono esattamente le vene varicose, perché è opportuno intervenire, in cosa consta l'intervento vene varicose e cosa comporta.
Le vene varicose rappresentano una condizione medica caratterizzata da vene dilatate e tortuose, spesso di colore bluastro o violaceo, che interessano il sistema venoso superficiale delle gambe. Questo sistema, costituito dalla grande e piccola safena e dai loro vasi affluenti, ha la funzione di raccogliere il sangue periferico e indirizzarne il flusso dal basso verso il cuore. Le vene varicose, spesso sottovalutate, oltre a compromettere l'aspetto estetico delle gambe possono provocare sintomi come dolore, gonfiore, senso di pesantezza e prurito, nonché avere complicazioni, tra cui la più frequente è la tromboflebite o varicoflebite. È per questo che l'intervento vene varicose è consigliato al presentarsi di queste condizioni.
Le vene varicose, seppur frequenti, non sono solo un inestetismo: si tratta di vere e proprie dilatazioni venose permanenti causate da un malfunzionamento del sistema circolatorio.
Le cause possono essere diverse, dando origine a due tipologie principali: varici primarie e varici secondarie.
Tra i sintomi delle vene varicose si possono annoverare:
In generale, l'insorgere di vene varicose intese come la degenerazione dei sistemi della safena e sue collaterali ha una frequenza del 15-30% nella popolazione, che sale al 35% qualora si consideri anche modeste varicosità a carattere puramente estetico.
Vi è una netta differenza fra i paesi per quanto riguarda la diffusione della malattia: il disturbo è molto più frequente in Europa e molto meno in Africa o Asia, dove la prevalenza è fino a 10 volte inferiore.
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Per effettuare un intervento varici è necessario che la condizione di vene varicose sia diagnosticata e confermata.
Le vene varicose possono essere diagnosticate attraverso una combinazione di esame fisico, valutazione dei sintomi e, talvolta, esami di imaging (diagnostica per immagini). Ecco un approfondimento su come viene solitamente diagnosticata questa condizione ai fini di un intervento vene varicose:
Una volta che la diagnosi di vene varicose è stata confermata, il medico può discutere con il paziente le opzioni di trattamento più appropriate in base alla gravità e ai sintomi associati e suggerire quindi un intervento vene varicose.
In genere, l'obiettivo dell’intervento prevede la rimozione vene varicose attraverso l’eliminazione della vena safena malata e non più funzionante.L’intervento tradizionale, definito safenectomia o stripping della safena, consiste nell’asportazione, totale o parziale, della vena grande safena, o della piccola safena, unitamente ai suoi collaterali varicosi.
È tuttavia possibile trattare l'insufficienza venosa senza l'eliminazione vene varicose, ma adottando procedure conservative alternative allo stripping della safena, molto meno invasive rispetto a una chirurgia vene varicose.
Nel dettaglio, ecco in cosa constano le differenti procedure.
Questo intervento consiste in un'incisione di circa 2-3 cm effettuata all’inguine e una più piccola, di circa 1 cm, effettuata al malleolo (caviglia). La vena viene così isolata ai due capi e incannulata con una sonda apposita, che al termine “sfila” via la vena (stripping). Le vene varicose dell’arto che dipendono dai rami collaterali della safena vengono poi singolarmente asportate mediante altre piccole incisioni (di 2 mm circa). Al termine si pratica una fasciatura elastica, che va mantenuta per una decina di giorni.
La tecnica conservativa di intervento vene varicose tratta l'insufficienza venosa tramite una serie di legature mirate effettuate con l’aiuto di mappe disegnate all’ecocolordoppler: tali legature consentono di ridirigere il sangue verso quelle vene che permettono il deflusso verso il circolo venoso profondo, riducendo la pressione venosa.
In questo modo le vene dilatate riducono progressivamente il diametro, ristabilendo un sistema di drenaggio efficiente. Così facendo viene risolta la problematica evitando l'eliminazione dell'intera safena (stripping) con un intervento minimamente invasivo, effettuato in anestesia locale con o senza sedazione, che consente di riprendere le normali abitudini di vita il giorno stesso.
Come prima cosa, il trattamento per le vene varicose deve essere discusso con il medico specialista al fine di verificare l'idoneità del paziente al trattamento stesso. Il medico, se lo ritiene opportuno, fornirà indicazioni al paziente su eventuali comportamenti da adottare prima della procedura.
Tra questi consigli pre intervento vene varicose potrebbero esserci:
Qualora venga effettuato un intervento di safenectomia o stripping della safena, è consigliabile accordarsi con il medico sull'opportunità di un ricovero post intervento; diversamente, per un trattamento conservativo si può organizzare l'immediato ritorno a casa per via della minima invasività della procedura.
A seguito di un intervento vene varicose, che sia una safenectomia o una procedura conservativa alternativa, è auspicabile attenersi ad alcune buone pratiche per il miglior decorso.
In particolare, è importante: