Parkinson sintomi, cause, diagnosi, definizione e caratteristiche

Tutto sui sintomi del Parkinson, tra le patologie neurodegenerative più diffuse: in questo articolo vedremo di cosa si tratta, come si manifesta e tanti altri dettagli utili per riconoscere la malattia e individuare il percorso migliore da seguire con l'affiancamento di uno specialista neurologo.

 

Cos'è il morbo di Parkinson

Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa cronica che colpisce il sistema nervoso; è caratterizzata dalla progressiva perdita di neuroni dopaminergici nella regione del cervello chiamata sostanza nera, che svolge un ruolo fondamentale nel controllo del movimento. 

È quindi sicuramente un disturbo del movimento, tuttavia il morbo di parkinson causa anche disturbi psichiatrici, cognitivi, gastrointestinali, urinari e vegetativi, anche definiti ‘sintomi non-motori’, con quadri clinici tra i pazienti molto eterogenei tra loro.


Morbo di Parkinson cause

La ricerca, in particolare negli ultimi anni, ha dimostrato che la malattia di Parkinson nella maggioranza dei casi dipende da un'interazione tra fattori ambientali a cui il paziente è sottoposto e predisposizione genetica. 

Tra gli altri fattori di rischio principali si possono poi annoverare: 

  • Età: il rischio di sviluppare la malattia aumenta con l'età. Nella maggior parte dei casi la malattia di Parkinson viene diagnosticata intorno ai 50/60 anni
  • Il sesso: quello maschile è statisticamente più predisposto a sviluppare la malattia
  • Fattori ambientali specifici tra cui l'esposizione ad alcuni pesticidi

 

Morbo di Parkinson sintomi

I sintomi del morbo di Parkinson rientrano in un'ampia gamma e possono avere una ricaduta altamente invalidante sulla qualità della vita dei pazienti colpiti.

Un aspetto significativo emerso dalle ricerche rileva che la malattia può iniziare a svilupparsi fino addirittura a 10 anni prima della comparsa dei sintomi più evidenti che spingono una persona a sospettare di avere una patologia.

In particolare, i sintomi motori tipici del morbo di Parkinson emergono dopo quelli non motori: infatti, si è osservato che la neurodegenerazione dei neuroni dopaminergici nella substantia nigra è preceduta da cambiamenti neuropatologici in altre aree del cervello.

Sintomi non motori del Parkinson

Tra i sintomi non motori del morbo di Parkinson, tra i primi a mostrarsi, si includono:

  • Disfunzioni autonomiche come alterazione dell'olfatto, denervazione cardiaca simpatica, disfunzioni urinarie
  • Disturbi gastrointestinali, come costipazione
  • Disturbi neuropsichiatrici, tra cui depressione, lieve deficit cognitivo, disturbo comportamentale del sonno
  • Disturbi sensoriali, come dolore o RLS (Restless Legs Syndrome), la cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo, un disturbo neurologico caratterizzato da un'irresistibile necessità di muovere le gambe, generalmente durante i periodi di riposo. Le caratteristiche della RLS includono: fastidio, bruciore, formicolio, prurito o dolore alle gambe, che aumenta con il riposo e migliora con il movimento; bisogno impellente di muovere le gambe, spesso accompagnato da una sensazione di irrequietezza e difficoltà a stare fermi; peggioramento serale e notturno, in quanto i sintomi tendono a essere più intensi la sera e durante la notte, disturbando il sonno; periodicità dei sintomi, poiché gli episodi di RLS si verificano tipicamente in modo intermittente, con periodi di sollievo e periodi di riacutizzazione.

Sintomi motori del morbo di Parkinson

L'insorgenza del morbo di Parkinson è spesso subdola e graduale, con sintomi che possono manifestarsi in modo isolato e discreto, rendendone la diagnosi precoce a volte difficile.

Nelle fasi iniziali, i sintomi motori tipici della malattia potrebbero non essere abbastanza evidenti da destare particolare attenzione. In questa fase, come già accennato, sono spesso i sintomi non motori ad assumere un ruolo prevalente.

Inizialmente, il morbo di Parkinson può manifestarsi non di rado con tremore delle dita delle mani o dei piedi o della mandibola, più evidente quando il paziente è a riposo; possono inoltre enfatizzarsi in stati di forte emozione. 

Pur essendo un segnale frequente, il tremore non interessa tutti coloro che soffrono della malattia di Parkinson; tuttavia, sul lungo periodo, tende a manifestarsi su tutti i soggetti affetti dal morbo di Parkinson. In molti casi, se presente all'inizio, non peggiora con l'avanzare della malattia e rimane stabile, come all'esordio.

Si può dire in ogni caso che il morbo di Parkinson si contraddistingua per una serie di sintomi motori che, sebbene variabili da persona a persona, rappresentano un elemento distintivo della malattia e che possono essere ricondotti a queste quattro condizioni: acinesia, bradicinesia, rigidità e tremore.

1. Acinesia: assenza di movimento

L'acinesia si manifesta come una difficoltà a iniziare o mantenere i movimenti volontari. Questa condizione porta a una riduzione della spontaneità del movimento e a un generale rallentamento nell'esecuzione di azioni quotidiane, come camminare, scrivere o parlare.

L'acinesia può presentarsi in diverse forme:

  • Acinesia globale: coinvolge l'intero corpo, limitando la capacità di muoversi in modo autonomo.
  • Acinesia brachiale: interessa prevalentemente le braccia, rendendo difficili azioni come afferrare oggetti o utilizzare utensili.
  • Acinesia facciale: si manifesta con una ridotta espressività del volto e una difficoltà a muovere i muscoli facciali.

2. Bradicinesia: rallentamento del movimento

La bradicinesia è caratterizzata da un rallentamento marcato dei movimenti volontari. Le persone affette da questo sintomo impiegano più tempo del normale per compiere azioni semplici, come camminare, mangiare o vestirsi.

La bradicinesia può manifestarsi in diversi modi:

  • Bradicinesia generale: rallenta l'intero corpo, causando una sensazione di lentezza e fatica nei movimenti.
  • Bradicinesia brachiale: coinvolge principalmente le braccia, rendendo difficili azioni come scrivere o utilizzare strumenti di precisione.
  • Bradicinesia facciale: si manifesta con una lenta articolazione delle parole e una ridotta espressività del volto.

3. Rigidità: resistenza al movimento

La rigidità si presenta come una resistenza passiva al movimento, avvertita sia dal paziente sia da chi lo esamina. Questa condizione è causata da un aumento involontario del tono muscolare, che conferisce alle articolazioni una sensazione di rigidità e di fissità.

La rigidità può manifestarsi in diverse forme:

  • Rigidità "a tubo di piombo": coinvolge tutto il corpo, causando una postura rigida e difficoltà nei movimenti articolari.
  • Rigidità "a ruota dentata": si presenta come una resistenza intermittente al movimento, simile allo scatto di una ruota dentata.
  • Rigidità facciale: si manifesta con una ridotta mobilità del viso e un'espressione fissa.

4. Tremore: movimento involontario

Il tremore è un movimento involontario e oscillatorio che colpisce prevalentemente le mani, le braccia, le gambe e la testa. Si manifesta principalmente a riposo, mentre tende a diminuire o a scomparire durante il movimento volontario.

Il tremore parkinsoniano può assumere diverse caratteristiche:

  • Tremore a riposo: si verifica quando i muscoli sono rilassati, aumentando di intensità con lo stress emotivo o la stanchezza.
  • Tremore posturale: compare quando si mantiene una posizione fissa, come stare in piedi o seduti.
  • Tremore d'azione: si manifesta durante l'esecuzione di un movimento volontario, come afferrare un oggetto o scrivere.

L'associazione di questi quattro sintomi motori - acinesia, bradicinesia, rigidità e tremore - rappresenta un quadro clinico caratteristico del morbo di Parkinson. La gravità e la combinazione di questi sintomi variano da persona a persona, determinando un'ampia gamma di presentazione della malattia.

È importante sottolineare che non tutti i pazienti con Parkinson manifestano tutti e quattro i sintomi motori. In alcuni casi, la malattia può presentarsi con una predominanza di alcuni sintomi rispetto ad altri. Inoltre, l'intensità e la progressione dei sintomi possono variare nel tempo, richiedendo un monitoraggio costante e un approccio personalizzato alla cura.

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Sintomi Parkinson: ordine di insorgenza

Nelle fasi iniziali del Parkinson, i sintomi sono spesso lievi e aspecifici, potendo passare inosservati o essere confusi con altri disturbi o con il normale invecchiamento. In questa fase, sono i sintomi non motori a giocare un ruolo prevalente.

Ecco alcuni esempi di come i sintomi del Parkinson possono presentarsi in ordine variabile:

  • Un paziente potrebbe iniziare con tremore a una mano, seguito da rigidità e bradicinesia negli anni successivi.
  • Un altro paziente potrebbe manifestare per prima la perdita dell'olfatto, seguita da disturbi del sonno e, in un secondo momento, da sintomi motori.
  • Un terzo paziente potrebbe presentare depressione e stitichezza come primi sintomi, con l'insorgenza di tremore e rigidità solo in fasi avanzate della malattia.

È importante sottolineare che ogni caso di Parkinson è unico e individuale.


Morbo di Parkinson e Parkinsonismi: differenze

Sebbene spesso usati in modo intercambiabile, morbo di Parkinson e parkinsonismi rappresentano due concetti distinti con implicazioni diagnostiche e terapeutiche differenti.

Morbo di Parkinson:

  • Malattia neurodegenerativa idiopatica: il morbo di Parkinson è la causa più comune di parkinsonismo, caratterizzata da una degenerazione progressiva delle cellule dopaminergiche nei gangli basali del cervello.

    La dopamina è un neurotrasmettitore fondamentale per il controllo del movimento e la sua carenza causa i sintomi tipici della malattia.
  • Cause non completamente comprese: le cause precise del morbo di Parkinson non sono ancora completamente chiarite, ma si ipotizza una combinazione di fattori genetici e ambientali.
  • Progressione lenta e graduale: la malattia progredisce lentamente nel tempo, con un'aspettativa di vita media simile a quella della popolazione generale. Tuttavia, la qualità della vita può essere significativamente compromessa dai sintomi motori e non motori.
  • Trattamento sintomatico: non esiste una cura definitiva per il morbo di Parkinson, ma diverse terapie farmacologiche e non farmacologiche possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita.
  • Parkinsonismi:
    • Termine generico: i parkinsonismi raggruppano un insieme di disturbi del movimento che presentano alcuni sintomi simili al morbo di Parkinson, ma causati da diverse condizioni patologiche.
    • Cause diverse: le cause dei parkinsonismi sono varie e includono:
      • Malattie neurodegenerative: atrofia multisistemica (MSA), demenza con corpi di Lewy, paralisi sopranucleare progressiva (PSP)
      • Cause vascolari: ictus che colpiscono i gangli basali o altre aree del cervello
      • Intossicazioni: esposizione a determinate tossine o farmaci, come il piombo o alcuni antipsicotici
      • Traumi cranici: traumi gravi alla testa possono causare danni ai gangli basali e sintomi parkinsoniani
    • Esordio e progressione variabili: l'esordio e la progressione dei parkinsonismi possono variare a seconda della causa sottostante. In alcuni casi, la progressione può essere più rapida rispetto al morbo di Parkinson.
    • Trattamento specifico per la causa: la gestione dei parkinsonismi dipende dalla causa sottostante. In alcuni casi, il trattamento mira alla causa specifica (per esempio, rimozione di un tumore cerebrale), mentre in altri casi il trattamento è sintomatico, simile a quello del morbo di Parkinson.

    In sintesi, il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa idiopatica con cause non completamente comprese, progressione lenta e graduale, e trattamento sintomatico, mentre con il termine generico parkinsonismi si indicano dei disturbi del movimento con sintomi simili al Parkinson causati da diverse condizioni patologiche, con esordio e progressione variabili, e trattamento specifico per la causa sottostante.

    Una diagnosi accurata è fondamentale per identificare la causa corretta dei sintomi parkinsoniani e impostare un trattamento appropriato. Un neurologo esperto può valutare i sintomi, la storia medica e familiare, e condurre esami neurologici e diagnostici per distinguere tra il morbo di Parkinson e i parkinsonismi.

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